lunedì 16 novembre 2015

Le parole della biblioteca: prestito

“Buongiorno, dovrei prendere un libro in prestito, è possibile?”


“Ma certo, può consultare l’opac o il discovery, recuperare il volume dallo scaffale e procedere da una postazione di selfcheck, per poi restituircelo in box… ovviamente laddove possibile potrà prendere in prestito direttamente un e-reader!”


Forse si è un po’ estremizzato ma questo dialogo potrebbe accadere realmente!
Parlare di cosa è oggi il prestito in una biblioteca non può prescindere da quella che è stata l’evoluzione del servizio negli ultimi anni.
Di solito quando andiamo in una biblioteca quello che ci aspettiamo di trovare è un ambiente, possibilmente accogliente e confortevole, in cui poter avere accesso al patrimonio documentario posseduto, consultandolo in sede o prendendolo in prestito, e questa esigenza nella sua essenza più basilare è rimasta più o meno la stessa nel corso degli anni, ma sicuramente a cambiare sono state le modalità con cui il servizio è stato offerto e usufruito.
Già da qualche anno infatti il lavoro del bibliotecario addetto al prestito non è più legato a quei grandi schedari in cui si annotavano manualmente nomi, titoli e collocazioni, ma è sempre più spesso caratterizzato dall’utilizzo di procedure automatizzate che, attraverso software dedicati, hanno snellito e quindi velocizzato tutta quella sequenza di azioni necessarie a completare ciascuna transazione di prestito.
Va da sé che questi cambiamenti hanno avuto effetto anche sull’utente, ma la più grande rivoluzione per chi si reca in biblioteca è quella di poter acquisire maggiore autonomia rispetto al passato, anche grazie alla disponibilità di strumenti di ricerca e risorse informative sempre più amichevoli, e avere la possibilità di confrontarsi con documenti e supporti assolutamente innovativi.
La sempre maggiore diffusione di biblioteche organizzate con uno scaffale aperto infatti, in cui ciascun utente può muoversi liberamente e accedere senza intermediari ai documenti, ha reso anche possibile una gestione autonoma di tutte le operazioni di prestito, proprio attraverso le già citate postazioni di selfcheck; la diffusione di supporti digitali poi ha reso fruibili contenuti tradizionali in modo del tutto nuovo, e in questo caso la biblioteca ha dovuto iniziare a fare i conti con formati elettronici e dispositivi e-reader, invece che con i soli libri cartacei. 
Ma se invece si prende in prestito un libro “normale” e non si fa in tempo a restituirlo prima della chiusura della biblioteca? Non c’è problema, per alcune strutture è possibile riconsegnare il materiale all’interno di appositi box posizionati all’esterno.
Ovviamente queste innovazioni non sono disponibili tutte insieme in ogni biblioteca, e di sicuro c’è ancora molta strada da fare, ma è importante cogliere in che direzione ci si sta muovendo… almeno per non rimanere troppo sorpresi come qualche riga fa!
 

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