venerdì 3 luglio 2015


"Freschi di Catalogo"
(a cura di Nicolas Bilchi e Angelo Lucini)





Gravity
di Alfonso Cuarón (2013)
colore, 87 min. ca.
Il film è stato una delle grandi sorprese dell'edizione 2014 degli Academy Awards, facendo incetta di premi. Vincitore, a buon diritto, delle statuette per regia, fotografia, effetti speciali, montaggio, sonoro, montaggio sonoro e colonna sonora, Gravity rappresenta attualmente il non plus ultra quanto a perfezionamento della tecnica cinematografica e nell'uso degli effetti speciali. Su un'impostazione classica dal punto di vista della narrazione e delle dinamiche tra i personaggi, che rifanno il verso alla grande fantascienza degli anni '70 e '80 (da  Dark Star a Alien), Cuarón, che è anche produttore e autore della sceneggiatura con la collaborazione del figlio Jonas, costruisce una




strabiliante fantasmagoria di trucchi visivi che dimostrano in concreto l'apporto che le nuove tecnologie possono dare alle produzioni più spettacolari. Già è diventato da antologia il piano-sequenza iniziale, composto da ben diciotto minuti di ripresa ininterrotta in cui i protagonisti del film Ryan Stone (Sandra Bullock) e Matt Kowalski (uno scoppiettante George Clooney) galleggiano nello spazio siderale per riparare un guasto occorso alla loro astronave; i movimenti avvolgenti della macchina da presa sbalordiscono lo spettatore perché producono l'effetto di una totale perdita della materialità dell'obiettivo: la cinepresa compie azioni e spostamenti normalmente impossibili, traducendo nel linguaggio quella "perdita di gravità" che gioca un ruolo così fondamentale all'interno della storia. Nel corso del film Cuarón continuerà ad affascinare conducendoci letteralmente all'interno dello spazio claustrofobico e tridimensionale (ma tutto creato digitalmente!) dell'astronave; lo spettatore, abituato a percepire movimenti di macchina riconducibili alle tecniche tradizionali e perciò limitati dalle contingenze materiali del set, viene spaesato di fronte ad un "occhio" fluido che sembra non conoscere ostacoli, in grado di compiere le più mirabolanti acrobazie in tutta naturalezza, senza mai rivelare l'artificialità dell'operazione. Magari si può non apprezzare l'impianto estremamente tradizionale del plot, ma Gravity merita un proprio posto nella storia del cinema contemporaneo come il film che segna un deciso balzo in avanti nell'esibizione delle potenzialità espressive degli effetti speciali nell'era del digitale. La vittoria di tutti i premi tecnici alla cerimonia dell'Oscar ha confermato e reso evidente questa tendenza, portando immediatamente Alfonso Cuarón alla ribalta sulla scena internazionale.

Dello stesso regista, la Biblioteca "Lino Miccichè" possiede su DVD anche:

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (2004).

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