In un periodo
di crisi la cooperazione sembra quasi essere una modalità di lavoro obbligata:
così a luglio di quest’anno abbiamo formalizzato un accordo con due importanti
biblioteche ed istituti del settore: la
Biblioteca
dell’Accademia di Danimarca
e dello studio di Luigi Pirandello.
Nel
fare ciò, abbiamo seguito una tendenza consolidata: le iniziative che si sono
rivelate più utili in ambito bibliotecario spesso sono il risultato di una
collaborazione tra soggetti diversi. Un esempio che sicuramente conoscerete è
quello del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN), un ingente archivio
bibliografico grazie al quale, con un’unica interrogazione, possiamo sapere in
quale biblioteca italiana, tra le numerosissime aderenti al progetto, si trova
il libro che stiamo cercando.
In
fondo possiamo dire che una biblioteca inevitabilmente collabora con altre
biblioteche, poiché l’offerta documentaria di una sola biblioteca, anche
grande, sarà comunque parziale. Per questo ogni biblioteca studia forme di
cooperazione, per ampliare e facilitare le possibilità di accesso e fruizione
dell’informazione; è quello che abbiamo fatto con il PIM – prestito inter-bibliotecario
metropolitano con il
quale i nostri utenti possono chiedere e ritirare da noi un libro delle biblioteche
del Comune di Roma.
Abbiamo
parlato fin qui di cooperazione relativamente al servizio più tradizionale
della biblioteca, che è quello del prestito e comunque dell’accesso al
patrimonio documentario. Ma la fisionomia particolare della nostra biblioteca influenza
anche le strategie di cooperazione che, al di là della forma più tradizionale
della condivisione delle risorse, si propongono, come leggiamo nel testo dell’accordo di cui vi abbiamo
parlato, di incentivare forme di
collaborazione e cooperazione nelle attività culturali di reciproco interesse,
per creare un contesto
culturale che virtualmente copra le distanze urbane attraverso un maggiore
radicamento sul territorio. Inoltre, l’afferenza di ciascuna
biblioteca a un’istituzione deputata alla produzione, fruizione e promozione
culturale permetterà scambi didattici e formativi, e una più ampia
collaborazione per la valorizzazione dei materiali posseduti e delle rispettive
attività attraverso l’organizzazione, anche congiunta, di eventi, mostre e
giornate di studio.”
Con
questo spirito, e affinché questi accordi non rimangano solo su carta, la
biblioteca ha realizzato a febbraio una mostra sui manifesti teatrali dell’Odin
Teatret, il più importante e longevo gruppo di teatro contemporaneo, con sede
ad Holstebro (Danimarca), mostra alla cui l’Accademia di Danimarca ha voluto
dare il patrocinio. E’ inoltre in fase di preparazione una rassegna sul cinema
shakespeariano in collaborazione con l’istituto di studi Pirandelliani, di cui
vi daremo notizie più avanti.
Ancora
una volta, come in passato, la biblioteca di Area delle Arti è sdoganata dal
ruolo esclusivo di conservare e gestire
un patrimonio bibliografico, ma cerca di proporsi come un punto di produzione
culturale, e in questo tentativo esce dai propri confini e tiene conto di altre
realtà significative sul territorio; e parallelamente anche il bibliotecario,
nel fare questo, esce dai propri confini che una visione tradizionale della
biblioteca gli ha delineato, e si butta a capofitto in un’attività
faticosamente estraniante ma, possiamo dirlo per esperienza, gioiosamente
gratificante.
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