martedì 15 dicembre 2015

Borse di collaborazione

Con la biblioteca di area delle Arti collaborano complessivamente circa novanta studenti borsisti suddivisi per tre sezioni: architettura, storia dell'arte e spettacolo. L'impegno prevede lo svolgimento della collaborazione della durata di 150 ore organizzato di norma in due turni settimanali della durata di tre o quattro ore ciascuno. Le mansioni affidate ai collaboratori sono orientate al miglioramento delle attività di comunicazione dei servizi offerti all'utenza, all'ampliamento della fruibilità del patrimonio, degli spazi e degli orari delle biblioteche. Più in generale il collaboratore concorre ad un'efficiente utilizzazione delle risorse rese disponibili dall'Università e ad un'efficace erogazione dei servizi forniti dalla medesima. Il tutto, ovviamente, a vantaggio dell'utenza. Per partecipare alla selezione requisito fondamentale del candidato è l'iscrizione all'Università di Roma Tre come studente. Per proporre la propria candidatura è sufficiente compilare la domanda seguendo la procedura telematica indicata nel bando, alla chiusura del termine di presentazione delle candidature verrà stilata una graduatoria secondo i criteri definiti nel bando stesso. Monitorando la sezione News del sito di Ateneo è possibile verificare la pubblicazione del bando per l'anno accademico 2015/2016 oltre alla pubblicazione delle graduatorie e tutte le comunicazioni agli studenti inerenti lo svolgimento della selezione.

venerdì 4 dicembre 2015

Moon


Freschi di catalogo

Moon
(Duncan Jones, 2009)
(a cura di Andrea Pollonio)
 
 
Moon/regia di Duncan Jones ; Gran Bretagna, 2009 ; colore, 1 DVD (93 min.) ; produzione: Sony Pictures ... [et al.] ; formato audio: italiano , inglese (Dolby Digital 5.1) ; sottotitoli: italiano, inglese ; contenuti speciali (88 min.): un corto di Duncan Jones Whistle (2002), dietro le quinte, effetti visivi ;  con: Sam Rockwell, Robin Chalk, Dominique McElligott ... [et al.]
ediz.: Sony Pictures Home Entertainment.
 
"Gerty, non siamo macchine, siamo persone"
sono queste le parole che Sam Bell (Sam Rockwell) rivolge all'intelligenza artificiale GERTY (Kevin Spacey) come atto conclusivo di questa piccola perla che è Moon.
Questa sentenza è la chiave di lettura del film ma anche, in un'ottica extra diegetica, dell'esistenza dell’uomo inserito nel contesto della società contemporanea.
Tralasciamo per un momento le considerazioni esistenziali per concentrarci sulla trama vera e propria del film: ci troviamo in un futuro non definito, in cui l'uomo ha risolto il problema del sostentamento energetico con l'elio-3 che viene prelevato dalla superficie lunare e poi inviato sul nostro pianeta.
Qui lavora Sam, che gestisce l'attività degli estrattori e controlla il loro funzionamento.
L'uomo è affiancato quotidianamente da GERTY, l'intelligenza artificiale che lo accompagna nella attività all'interno della struttura. A due settimane dal suo rientro sulla Terra, Sam inizia ad avere numerose allucinazioni ed in seguito ad un'errata missione di recupero sulla superficie lunare, rimane vittima di un incidente.
Al suo risveglio, si ritrova sotto le attente cure di GERTY ma si accorge che tutti i contatti con la Terra sono interrotti e non gli è consentito uscire dalla struttura. Con una scusa riesce a recarsi sul luogo dell'incidente, ma dentro l'estrattore danneggiato trova un suo clone ferito. Da questo punto cruciale inizia il blocco centrale: viene sviluppato il rapporto che s'instaura tra i due uomini che, traumatizzati cercano di ricostruire la vicenda ma soprattutto la loro stessa identità.
Successivamente vengono a scoprire di essere entrambi dei cloni con delle memorie comuni impiantate artificialmente (i ricordi della moglie Tess e della figlia Eve); e che alla fine dei 3 anni vengono sistematicamente sostituiti da nuovi cloni pronti a continuare la manutenzione nella base d'estrazione. In seguito, aspettando la squadra di soccorso che stava arrivando dalla Terra, il Sam più vecchio decide di sacrificarsi per permettere all'altro Sam di raggiungere il pianeta blu e denunciare l'operato della Lunar Industries, la società che operava sul suolo lunare.
Jones rappresenta l'outerspace come un luogo alienante, silenzioso e senza vita; e riesce a mettere in scena al meglio lo stato di profondo sconforto e rassegnazione del protagonista. Sam infatti, incarna perfettamente l'essenza dell'essere umano inserito nel contesto sociale della realtà contemporanea: assuefatto e schiavo della tecnologia; quasi incapace di instaurare rapporti interpersonali e, paradossalmente con se stesso. Il primo Sam soccombe al sistema ed alla macchina, ormai prossimo alla morte, costantemente turbato dalla consapevolezza di "non-essere".
Tralasciando l'aspetto prettamente fantascientifico, queste tematiche sono molto attuali e quotidiane: l'alienazione, la mancanza di un identità ben definita e lo stato di perenne dipendenza dalle macchine e dalla tecnologia sono molto comuni all'interno della nostra società occidentale; e rappresentano dinamiche concrete con cui l'uomo contemporaneo si scontra continuamente.
La metodicità con cui i vari cloni venivano letteralmente pre-impostati, utilizzati e poi sostituiti trova un parallelismo simmetrico con il modello di società capitalista di stampo occidentale: il singolo viene  azzerato, il consumismo e la produttività di risorse svolge un ruolo cardine ed influenza profondamente i rapporti interpersonali, mercificandoli. Un altro elemento che può offrire interessanti punti di riflessione, è collegato all'aspetto ecologico: l'incipit del film presenta un pianeta Terra ormai privo di energia a causa di secoli di abusi delle risorse naturali da parte dell'uomo; e della progressiva ricerca di materia prima al di fuori della realtà terrestre.
Benché non fosse un elemento fondamentale per l'economia del racconto, Jones avrebbe potuto sviluppare più in profondità questo aspetto della vicenda. È interessante notare come negli ultimi anni le produzioni sci-fi si siano orientate verso tematiche legate alle risorse ambientali e al drammatico problema della progressiva distruzione del nostro ecosistema naturale: basti pensare ad Avatar (Cameron, 2009), il kolossal da record che ha basato la sua intera vicenda sull'interazione tra essere umano ed ecosistema. Queste riflessioni di carattere fanta-ecologico non sono così lontane dalla nostra realtà: a causa della sovrappopolazione e l'abuso delle risorse energetiche, l'essere umano sarà costretto a procurarsi nuove fonti di sostentamento al di fuori della realtà terrestre, dando inizio al fantomatico colonialismo spaziale, molto caro a questo filone cinematografico. Concludendo, Moon si presenta come uno sci-fi che non ha nulla da invidiare alle produzioni maggiori, capace di sviluppare un'interessante dialettica tra l'uomo e se stesso; risultando tremendamente attuale e "terrestre". Duncan Jones riesce a paracadutarci in uno spazio oscuro e misterioso, nonostante sia tremendamente vicino alla nostra idea di realtà. Qui non ci sono creature aliene minacciose o altri tipi di minacce: c'è solo l'uomo, che con il suo egoismo e sete di onnipotenza, rappresenta la prima minaccia per se stesso.

Di recente acquisizione per la Biblioteca delle Arti - Sez. Spettacolo "Lino Miccichè"  anche un altro titolo di Jones Source Code, prodotto nel 2011. I due film sono entrambe disponibili per il prestito. 

 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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