lunedì 24 maggio 2010

Pronny! Un tucano a Roma Tre...

Dall'Agenda di Roma Tre ho scoperto uno strumento che farà parecchio comodo a me e a tutti quelli che durante il loro percorso universitario si sono trovati di fronte a nomi e parole impronunciabili che puntualmente il prof. citava durante l'esame e che noi con immensa fatica cercavamo di decifrare e di ripetere con perfetta dizione, la maggior parte delle volte con risultati penosi: Vermeer, Ingres, Grosz, De Stijl...
Date un'occhiata al sito http://www.rightpronunciation.com/, realizzato dal Prof. Edoardo Lombardi Vallauri. Si tratta di un nuovo strumento che offre in tempo reale la pronuncia corretta di nomi propri ed espressioni di rilevanza internazionale, prodotti dalla voce di parlanti nativi. Dopo un primo utilizzo abbastanza divertente ci si rende subito conto di quanti dubbi possono essere sciolti semplicemente cercando il termine che ci interessa e premendo il tasto play. Buon ascolto!

7 commenti:

Fabio ha detto...

Sarà anche utile ma trovo tristissimo che un professore universitario di linguistica italiana crei un sito in inglese. Un altro segno di provincialismo da parte dei nostri intellettuali e un altro passo indietro per la nostra lingua.

Claudia M. ha detto...

Sono perfettamente d'accordo con Fabio qui sopra, non vedo ragioni valide perché in Italia si producano siti SOLO in inglese.

E sono anche abbastanza scettica su questo concetto di "pronuncia corretta". Sembra che la pronuncia media degli americani sia considerata quella corretta a priori. Io, italiana, non pronuncerò mai (Brian) De Palma "di polma". Non solo perché non è corretta trattandosi di un cognome italiano, ma soprattutto perché trovo che in un ambiente italiano sarebbe un atteggiamento pretenzioso e ridicolo.

Ilaria Sferrazza ha detto...

prima di tutto volevo ringraziarvi per aver commentato il post e per questo confronto.
personalmente non mi trovo d'accordo con fabio e claudia. non so quali siano i motivi che hanno spinto il prof. Vallauri a creare il sito in inglese quindi non posso dare un giudizio su questo (certo non si può negare che l'inglese sia al giorno d'oggi la lingua per eccellenza del web ), l'indirizzo web oltretutto finisce con un ".com" quindi non è un indirizzo specificatamente italiano. inoltre credo che la lingua sia stata scelta anche per venire incontro ai molti studenti erasmus che frequentano la nostra università e che di certo sono facilitati da un'interfaccia in inglese, infatti nel sito c'è la pronuncia di molti vocaboli anche in italiano.
penso sia ovvio che nessuno di noi parlando davanti ad un caffè con un amico si metta a sfoggiare fonetica da manuale e accenti russi ma in sede d'esame o in caso di uno studio specifico in una determinata lingua penso che la differenza possa esserci(basta anche cercare di ottenere un'informazione a parigi senza avere la "r moscia" per rendersene conto).
io amo la lingua italiana e mi infastidisco spesso quando al tg sento usare termini stranieri a profusione anche quando non ce n'è bisogno ma sinceramente in questo caso il passo indietro per la nostra lingua non sono proprio riuscita a trovarlo.

Giuseppe ha detto...

La segnalazione è molto interessante, il sito è indubbiamente utile perché non si può negare che dovendo pronunciare qualche nome che si è visto e memorizzato solo per iscritto certe volte non si sa che pesci prendere.
Però come è stato già detto, non capisco perché un sito ideato e gestito in Italia debba essere in inglese. Il web dovrebbe servire anche a diffondere e a valorizzare le differenze linguistiche, non a cancellarle dando per scontato che le comunicazioni debbano avvenire in una sola lingua.
È ovvio poi che più aumentano le persone che, quale che sia la loro madrelingua, si sentono in dovere di usare sempre e solo l'inglese in circostanze pubbliche e ufficiali, più l'inglese diventa, di fatto, più utile e più importante, e più inutili e trascurabili diventano le altre lingue. La classica profezia che si autoadempie. Grazie per l'attenzione.

Edo LV ha detto...

Mi segnalano questo blog, e allora forse posso chiarire qualche dubbio: non si tratta di un sito italiano, ma (come è tipico di ciò che sta in rete, e come si vede dal fatto che fornisce anche la pronuncia di diverse centinaia di nomi italiani) si augura di servire a tutti: ecuaroregni, nigeriani, francesi e coreani. In questo non credo ci sia del provincialismo.-) Se fosse scritto in italiano, sarebbe facile da usare solo per gli italiani. In questo forse ci sarebbe del provincialismo. ELV

Edo LV ha detto...

Riguardo al concetto di pronuncia corretta: il sito fornisce il modo in cui i nomi sono pronunciati nel loro paese d'origine, o addirittura da chi li porta. Non può fornire le pronunce più o meno adattate che possono essere opportune in ciascuna delle migliaia di lingue del mondo e nelle infinite diverse situazioni, più o meno formali, più o meno colte e più o meno internazionali, nelle centinaia di diversi paesi del mondo. Questo adattamento resta necessariamente una libertà e una responsabilità dell'utente. L'idea di fornire pronunce adattate all'italiano (quali, poi, e quanto adattate, per quale tipo di situazioni?) avrebbe senso solo nella prospettiva di un sito che stesse in rete ma volesse ignorare sei miliardi di persone per servire solo a pochi milioni di italofoni.

Unknown ha detto...

tema sempre di attualità...
http://www.repubblica.it/scuola/2013/03/07/news/siti_pronuncia_su_internet-54035097/

 
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