venerdì 26 giugno 2015
Convegno CNBA 2015: anche questo è lavorare in biblioteca!
martedì 23 giugno 2015
Le parole della biblioteca: risorse elettroniche
Nell’ultimo decennio le risorse
elettroniche hanno avuto uno sviluppo vorticoso – in tutti i sensi: diffusione,
qualità, perfezionamento tecnico, interesse delle persone… Negli ultimi cinque
anni di questa decade lo sviluppo è stato ancora più vertiginoso che nei primi
cinque.
Fino a qualche tempo fa era utile
distinguere tra risorse elettroniche ad accesso locale e risorse elettroniche
ad accesso remoto: le prime erano quelle registrate su CD o DVD, e indicavano
qualcosa di materialmente posseduto dalla biblioteca, certo, catalogabile e
affidabile; le altre erano risorse a cui la biblioteca accedeva soltanto, non
sempre acquistate, considerate volatili e poco affidabili.
Oggi questa distinzione ha meno
senso, come ha meno senso la distinzione tra ‘possesso’ e ‘accesso’, rispetto
alla grande disponibilità della quantità di risorse messe a disposizione dalle
biblioteche – digitali e non, bibliografiche e non. Le risorse elettroniche che
la biblioteca rende disponibili sono quelle da essa selezionate, per cui viene mediato
e garantito l’accesso, acquistate o meno che siano, e anche in caso di acquisto
del servizio di accesso si preferisce sempre che la risorsa sia online, e non
vicolata al luogo e agli orari della biblioteca. Ciò, comunque, comporta che dal
punto di vista dell’accesso la risorsa possa variare anche inaspettatamente, e che
dal punto di vista gestionale debba essere trattata come servizio e non più
come bene inventariabile.
Secondo i nuovi principi, è
diventato riduttivo anche l’uso del termine ‘documento’, termine che più di vent’anni
fa sostituì la parola ‘libro’ per indicare gli oggetti su cui è registrata la conoscenza
gestiti dalle biblioteche. La parola che meglio indica i nuovi mezzi di
registrazione e diffusione dell’informazione e della cultura è ‘risorsa’. La
risorsa è un oggetto di trasmissione della conoscenza che può essere di
biblioteca, di archivio, di museo, del Web eccetera. Al più, in biblioteca si
può parlare di ‘risorsa bibliografica’.
Le risorse elettroniche bibliografiche
sono tipicamente e-journal, e-book, database, ma anche archivi open access,
repository istituzionali, e alcune tipologie di blog, siti web e risorse social
che nella sostanza culturale si avvicinano alle precedenti più tipiche
categorie di risorse bibliografiche.
Tutto questo costituisce il vasto
e mutevole patrimonio delle sempre più diffuse ‘biblioteche digitali’. Le
biblioteche digitali si stanno innestando quasi senza soluzione di continuità
nell’organizzazione delle biblioteche attuali, già da anni definite ‘ibride’,
che trattano, gestiscono e mediano una quantità sempre maggiore di risorse
digitali.
Nelle nuove metodologie di ricerca e di studio si tende a non distinguere più la provenienza delle risorse informative e di conoscenza, e ogni oggetto culturale è valutato per se stesso e per il valore che può avere in relazione allo studio generale che si sta compiendo. Ciò ha contribito molto in direzione della ‘omogeneizzazione’ tra le diverse tipologie di risorse, portando anche alla costruzione di sistemi di ricerca onnicomprensivi, come i discovery tool, o i browser semantici per i linked data.
Le biblioteche di cui si parla adesso, dunque, possono essere biblioteche anche senza libri: le biblioteche del presente e del futuro, dove il supporto tecnologico definito libro non ha più un ruolo essenziale o centrale, e nemmeno i nuovi supporti – più o meno materiali – delle risorse elettroniche.
Le biblioteche sono costituite dalle proprie più pure funzioni di ricerca, identificazione e selezione dei contenuti, dell’infomazione e della conoscenza. Non è una contraddizione in termini la ‘biblio-teca’ senza βιβλίον, si tratta solo di mettere l’accento non esclusivamente sui supporti che registrano i contenuti del progresso culturale umano – libri, DVD, e-book, siti web eccetera. L’accento va posto soprattutto sulle funzioni realmente identificative e insostituibili delle biblioteche, che possono esistere senza libri, senza supporti magnetici o ottici, e pure senza computer – dato che ogni persona può accedere alle risorse dal proprio device –, ma non senza la capacità di ‘mediare’ tra l’offerta in crescita esponenziale di informazioni su tutto e il bisogno specifico di sapere che ha ogni persona desiderosa di accrescere le proprie conoscenze.
Pubblicato da Roberto Raieli alle 12:38
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venerdì 19 giugno 2015
SegnalARTI
Centro Arti Visive Pescheria
Corso XI Settembre 184 - Pesaro, Italy
Mostra documentaria organizzata dalla Biblioteca di Area delle Arti Sezione Spettacolo a cura di Arianna Russo (Responsabile – Sez. Spettacolo "Lino Miccichè" Biblioteca di Area delle Arti) e Laura Foroni (tirocinio “Valorizzazione Fondo Miccichè) Nell’ambito della 50+1 edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro sarà presentata nuovamente la mostra dedicata a Lino Miccichè curata dalla Biblioteca di Area delle Arti, Sezione Spettacolo, realizzata a 10 anni dalla sua scomparsa, per ricordare Lino Miccichè, regista, critico cinematografico, organizzatore culturale, che ha fondato e diretto dal 1993 al 1998 il DI.CO.SPE (Dipartimento della Comunicazione letteraria e dello Spettacolo) e fondatore assieme a Bruno Torri della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro.
tel. 06-57334042 arianna.russo@uniroma3.it
Dipartimento di Architettura, Aula Ridolfi
Largo G.B. Marzi, 10 - Roma, Italy
Venerdì 19 giugno 2015 alle ore 10.30 nell’Aula Ridolfi (ex Mattatoio padiglione 8 primo piano), si terrà la mostra dei progetti realizzati negli ultimi tre anni dagli studenti del Master di II livello in “Housing. Nuovi modi di abitare tra innovazione e trasformazione” dal titolo “Master Housing tre anni di sperimentazione sul recupero dell’esistente a Bolzano”. Parteciperanno all’evento anche l’arch. Melitta De Fonzo, Direttore dell’ufficio tecnico Centro-sud dell’IpES - Istituto per l’Edilizia Sociale della Provincia Autonoma di Bolzano, e l’ing. Gianfranco Minotti, direttore della Ripartizione tecnica dell’IpES.
Eugenia Scrocca
tel. 0657332949 info@masterhousing.it
www.masterhousing.it
venerdì 12 giugno 2015
SegnalARTI
Accademia svedese, KNIR
via Omero 10/12, 14 - Roma, Italy
L'équipe di ricerca Corrispondenze d'artista: Roma e l'Europa (XVIII-XIX secolo), individuando nella geografia sovranazionale della Roma sette-ottocentesca un campo d’indagine paradigmatico, ha avviato una riflessione sul carteggio d'artista in quanto fonte imprescindibile sulla circolazione di opere, persone, libri, modelli, e di saperi tecnici e storico-critici condivisi. In questa direzione l’équipe promuove un momento di confronto con altri ricercatori e gruppi di ricerca attivi sulle corrispondenze in ambito europeo aprendo uno spazio di dialogo costruttivo. Intento del workshop è di privilegiare una lettura diacronica e sincronica dei carteggi d’artista che tenga conto delle direttrici geografiche e dei trasferimenti culturali che le corrispondenze disegnano sulla mappa dell'Europa, nonché di proporre una riflessione sui metodi di condivisione delle ricerche e dei materiali (network, database, archivi digitali etc.). Nelle intenzioni degli organizzatori il workshop rappresenta un primo passo verso la costituzione di una piattaforma digitale delle corrispondenze d’artista in età moderna.
Serenella Rolfi
tel. 0657332008 serenella.rolfi@uniroma3.it
École Française de Rome
Piazza Navona n°62 - Roma, Italy
Convegno “Idea Tevere”. Verso un contratto territoriale dei fiumi di Roma"
Giulia Caneva
tel. 06 57334095 giulia.caneva@uniroma3.it
martedì 9 giugno 2015
Vita da archeologo
Nel lontano 2007 la Biblioteca delle Arti acquisì la raccolta dell’archeologo Nevio Degrassi, figlio dell’epigrafista Attilio. Nevio Degrassi, fu Soprintendente a Milano, Soprintendente alle Antichità della Puglia e del Materano a partire dal febbraio del 1954, occupandosi tra la altre cose dell’allestimento del Museo archeologico di Taranto nel 1963, lavorò anche presso la Direzione generale antichità e belle arti del Ministero della pubblica istruzione. Potete soltanto immaginare quanti volumi possedesse (considerato poi che nella sua biblioteca personale c'erano anche i volumi appartenuti al padre). Io ricordo solo una montagna di scatole, così tante che non sapevamo dove metterle.
Quasi subito si procedette alla catalogazione dei circa 1800 libri e 1000 fascicoli di riviste, ora disponibili alla consultazione presso la Sezione di Storia dell’arte “Luigi Grassi”, ma molto materiale fu accantonato. Perché? Perché la mole di lavoro che richiedeva la sua catalogazione non poteva essere affrontata con le sole forze del personale in servizio, se non con tempi molto lunghi. Grazie anche all'aiuto dei tirocinanti è stato possibile rendere disponibili 1800 estratti e solo ora, a distanza di 8 anni, stiamo tentando di completare la catalogazione del fondo, riprendendo il materiale finora ritenuto di interesse e valore scientifico inferiore rispetto al resto della raccolta. Si tratta infatti di guide, depliant e opuscoli dei luoghi visitati nel corso di un'intera vita, meticolosamente conservati e suddivisi per località.
Improvvisamente, nell'immensa mole scientifica e documentaria del fondo Degrassi si è aperto uno squarcio che ha messo in luce la vita vissuta dall'archeologo, coi suoi viaggi di lavoro, di piacere, gli affetti e le amicizie.
Non oso immaginare il valore di questo materiale vintage, un vero tuffo nel passato, quando i depliant turistici (esistono ancora?) erano corredati da immagini acquerellate e foto dai colori troppo vividi per essere reali.
E tra i particolari scorgi ancora un bellissimo pickup T1 split della Wolksvagen
E scorrendo la lista dei nomi di quanti parteciparono, in qualità di relatori, al Secondo incontro del Comitato per l'archeologia laziale del 1979, accanto a Testini, La Rocca, Pensabene e Peroni si trova un giovane Alessandro Guidi, oggi ordinario di Paletnologia proprio a Roma Tre.
Se vi è dunque piaciuto questo tuffo nel passato ci terrei a tranquillizzarvi: terminati i depliant rimangono ancora da catalogare i ritagli di giornale...
venerdì 5 giugno 2015
SegnalARTI
Dipartimento Architettura Ex Mattatoio, Aula Musumeci, largo Giovanni Battista Marzi, 10 – Roma, Italy
Lezione del professor Dipl.-Ing. Thomas Auer. Lunedì 8 Giugno 2015 ore 16.00
tel. 3483710889 alberto.raimondi@uniroma3.it
mercoledì 3 giugno 2015
(a cura di Tiziana Terranova e Angelo Lucini)
di Ettore SCOLA (2013)
colore, 93 min. ca.
L’ultimo film di Ettore Scola, Che strano chiamarsi Federico, uscito nel 2013 in occasione del ventesimo anniversario della scomparsa del maestro e genio italiano. Scritto insieme alle figlie Paola e Silvia, Scola rievoca, attraverso la voce di Vittorio Viviani in veste di narratore, con immagini di repertorio e scene di finzione, la figura e la vita di Fellini, i momenti più significativi della sua carriera, dagli esordi nel 1939 come disegnatore al Marc’Aurelio, fino all’ultimo – il settantatreesimo – compleanno del regista. I ricordi affettuosi e un po’ nostalgici di Scola vengono raccolti in questo album di memorie, tra cui spicca l’incontro tra i due registi negli anni Cinquanta, insieme agli amici Marcello Mastroianni e Alberto Sordi. Scola riporta sullo schermo un intimo omaggio all’amico, novanta minuti in cui viene ricreato il mondo e l’immaginario felliniano.
SACRO GRA
di Gianfranco ROSI (2013)
colore, 91 min.
FELICE CHI E’ DIVERSO
di Gianni AMELIO (2014)
colore, 94 min.