martedì 9 giugno 2015

Vita da archeologo

Nel lontano 2007 la Biblioteca delle Arti acquisì la raccolta dell’archeologo Nevio Degrassi, figlio dell’epigrafista Attilio. Nevio Degrassi, fu Soprintendente a Milano, Soprintendente alle Antichità della Puglia e del Materano a partire dal febbraio del 1954, occupandosi tra la altre cose dell’allestimento del Museo archeologico di Taranto nel 1963, lavorò anche presso la Direzione generale antichità e belle arti del Ministero della pubblica istruzione. Potete soltanto immaginare quanti volumi possedesse (considerato poi che nella sua biblioteca personale c'erano anche i volumi appartenuti al padre). Io ricordo solo una montagna di scatole, così tante che non sapevamo dove metterle. 

Quasi subito si procedette alla catalogazione dei circa 1800 libri e 1000 fascicoli di riviste, ora disponibili alla consultazione presso la Sezione di Storia dell’arte “Luigi Grassi”, ma molto materiale fu accantonato. Perché? Perché la mole di lavoro che richiedeva la sua catalogazione non poteva essere affrontata con le sole forze del personale in servizio, se non con tempi molto lunghi. Grazie anche all'aiuto dei tirocinanti è stato possibile rendere disponibili 1800 estratti e solo ora, a distanza di 8 anni, stiamo tentando di completare la catalogazione del fondo, riprendendo il materiale finora ritenuto di interesse e valore scientifico inferiore rispetto al resto della raccolta. Si tratta infatti di guide, depliant e opuscoli dei luoghi visitati nel corso di un'intera vita, meticolosamente conservati e suddivisi per località.














Improvvisamente, nell'immensa mole scientifica e documentaria del fondo Degrassi si è aperto uno squarcio che ha messo in luce la vita vissuta dall'archeologo, coi suoi viaggi di lavoro, di piacere, gli affetti e le amicizie.
Non oso immaginare il valore di questo materiale vintage, un vero tuffo nel passato, quando i depliant turistici (esistono ancora?) erano corredati da immagini acquerellate e foto dai colori troppo vividi per essere reali.



















E tra i particolari scorgi ancora un bellissimo pickup T1 split della Wolksvagen



o nelle didascalie frasi che oggi farebbero sussultare una femminista; visite turistiche programmate fino al minimo dettaglio che somigliano più a dei tour de force e addirittura i menu delle "colazioni" offerte in occasioni di congressi e incontri scientifici. 


E scorrendo la lista dei nomi di quanti parteciparono, in qualità di relatori, al Secondo incontro del Comitato per l'archeologia laziale del 1979, accanto a Testini, La Rocca, Pensabene e Peroni si trova un giovane Alessandro Guidi, oggi ordinario di Paletnologia proprio a Roma Tre.

Se vi è dunque piaciuto questo tuffo nel passato ci terrei a tranquillizzarvi: terminati i depliant rimangono ancora da catalogare i ritagli di giornale...

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