venerdì 23 aprile 2010

Giornata mondiale del libro 2010


In occasione della Giornata mondiale del Libro 2010
La Biblioteca d’Area delle Arti Sezione Spettacolo “Lino Miccichè”
propone
Libri in celluloide
(a cura di Guido Coscino)

Spesso ci si chiede quale sia la natura del rapporto tra cinema e letteratura, la fonte inestinguibile a cui la settima arte ha sempre attinto linfa vitale. A volte la parola scritta diventa protagonista nei film sotto le più diverse spoglie, dalla poesia al tatuaggio, dal testo sacro al romanzo rosa. Proveremo qui a suggerire alcuni recenti esempi cinematografici che elevano la scrittura ad elemento portante del discorso narrativo, ove il libro stesso è fisicamente la chiave di volta per lo sviluppo della storia. In pellicole come Fahrenheit 451 (François Truffaut, 1966), dove nella società del futuro il potere del medium televisivo avrà relegato i libri stampati ad un ruolo di sovversiva illegalità, si espone chiaramente il pericolo di una sottomissione forzata del linguaggio scritto che da sempre ha non il potere di liberare la mente e di espandere i propri orizzonti percettivi, ma anche di risvegliare le masse: per il regime futuribile la lettura è talmente pericolosa da dover essere arsa coi lanciafiamme. Le stesse dinamiche di repressione culturale ci vengono raccontate ne Il nome della rosa (Jean-Jacques Annaud, 1986) con la differenza che qui la censura è perpetrata opera della Chiesa in tempi assai più lontani. Nel 1327, alcuni terribili omicidi sconvolgono una remota abbazia benedettina, così l’ abate affida a Guglielmo da Baskerville le indagini sulle uccisioni dei frati in un ambiente ostile, un monastero pieno di libri, segreto e lugubre, su cui dovrà indagare prima dell' arrivo della Santa Inquisizione. La conoscenza e l’ apprendimento sono soprattutto mezzo di riscatto e affermazione sociale, questa idea è tradotta magnificamene da L'attimo fuggente (Peter Weir, 1989) nel quale il professor John Keating insegna lettere nel severo e tradizionalista collegio maschile di Welton. Animato dall’ oraziano carpe diem, fin dal primo incontro con gli allievi esorta alla realizzazione dei propri sogni, alla scoperta della lettura, del teatro, della poesia; persuadendoli addirittura con l’ invito a strappare le prime pagine dell’ emerito manuale accademico che basa l’interpretazione della poesia su uno schema grafico. Ancora più difficile è rappresentare la connessione diretta che hanno i testi sacri sulle azioni umane, su quanto la spiritualità e le pratiche di culto degli individui incidano in una direzione piuttosto che nell’altra. Un notevole contributo alla riflessione sul tema è dato dal film The believer (Henry Bean, 2001), storia di Daniel Balint, un giovane neonazista che dedica la sua vita alla violenza antisemita e alla negazione della sua identità ebraica. La psiche del ragazzo vacilla contraddittoriamente tra l’ odio per le sue radici e il tentativo di un recupero delle stesse. Leggendo ritualmente i passi della Torah argina costantemente la sua promessa sanguinaria, rendendosi conto che la sua ricerca di Dio può compiersi soltanto per mezzo di un gesto estremo. Nella storia delle società contemporanee il libro è anche commercio e fonte di guadagno, categorizzando i generi letterari nel tempo è nato un rapporto di filiazione tra gli scrittori ed il pubblico. Talvolta la fruizione morbosa di un testo può scatenare processi di identificazione patologica che sfociano nel rifiuto violento della realtà: è il caso di Misery non deve morire (Rob Reiner 1990) che racconta le vicende dello scrittore Paul Sheldon, autore di successo di una serie di romanzi rosa, salvato dopo un incidente d’auto nella tormenta del Colorado dalla sua futura carceriera Annie Wilkes. Appassionata e devota lettrice delle gesta di Misery, quando scopre che il finale dell’ ultimo manoscritto dell’ autore vede l’ eroina morire, è pronta a far riscrivere la storia al suo autore, a costo di spezzargli ogni osso del corpo. Anche le parole incise sulla pelle in Memento (Christopher Nolan, 2000) o la fisicità di una macchina da scrivere come ne Il pasto nudo (David Cronenberg, 1991) sono due simboli della natura metafisica e persino grottesca delle relazioni umane dipendenti da questa forma di autentica comunicazione primaria. La necessità di scrivere per i protagonisti di questi due film è data dalla graduale perdita di ancoraggio alla realtà, se per uno la scrittura è un codice di sopravvivenza nel quale deve ciecamente confidare per combattere la sua perdita di memoria a tempo breve, per l’ altro, scrittore tossicomane che si guadagna da vivere lavorando come disinfestatore, la corporeità della macchina da scrivere, compreso il suo apparato di timbri, molle e inchiostri, si trasforma oniricamente in un’ entità mostruosa, sebbene sia l’ unica guida nella bislacca e totalmente cupa dimensione della sudditanza.

Per chi incubasse il germe della curiosità, la Biblioteca dello Spettacolo, propone un breve elenco di film sull’argomento presenti nella nostra Collezione Audiovisivi.

Fahrenheit 451 – F. Truffaut 1966
La nona porta – R. Polanski 1999
Il mistero del Nim – M. Levine e J. Flackett, 2008
La storia infinita – W. Petersen 1984
Il codice da Vinci – R. Howard 2006
Fata Morgana – W. Herzog 1971
Apocalypse Now – F.F. Coppola 1979
I racconti immorali – W. Borowczyck 1974
Amadeus – M. Forman 1984
Il nome della rosa – J.J. Annaud 1986
The believer – H. Bean 2001
Il diario di un curato di campagna – R. Bresson 1951
Shining – S. Kubrick 1980
I racconti del cuscino – P. Greenaway 1996
Memento – C. Nolan 2000
Into the wild – S. Penn 2007
Il pasto nudo – D. Cronenberg 1991
Moulin rouge – B. Luhrmann 2001
Will hunting – G. Van Sant 1997
Shakespeare in love – J. Madden 1994
L’attimo fuggente – P. Weir 1989
Quarto potere – O. Welles 1941
Io speriamo che me la cavo – L. Wertmuller 1992
Misery non deve morire – R. Reiner 1990
I diari della motocicletta – W. Sallers 2004
V per vendetta – J. McTeigue 2005
Le ali della libertà – F. Darabont 1994
Il labirinto del fauno – G. Del Toro 2006
La casa – S. Raimi 1981
Il ragazzo selvaggio – F. Truffaut 1970
Il diario di Anna Frank – G. Stevens 1959

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