Il valore del Fondo d'Amico

Quando mi è arrivata la notizia della scomparsa di Alessandro d'Amico, era stata da pochissimo ultimata la catalogazione della collezione personale di libri che il Professore aveva donato alla nostra biblioteca.
Ho avuto la fortuna di incontrare Alessandro d'Amico nelle stesse occasioni che Piera Storari ci ha raccontato nel post precedente a questo; mi fa piacere aggiungere e condividere con voi un ricordo personale, che si aggiunge a quegli episodi.
Nel momento del trasloco dei libri in biblioteca c'era bisogno di personale che coordinasse la ditta incaricata; fu per questo motivo che io e Marianna Montesano andammo a casa di Alessandro d'Amico.
Una situazione che io e Marianna, piene di soggezione per una persona dello spessore di d'Amico, immaginavamo imbarazzante si è trasformata presto in un incontro gradevolissimo, in cui il padrone di casa, dopo averci offerto un caffè, parlava di teatro, di biblioteche, di calcio e di ricordi dei suoi allievi; tornando in biblioteca, eravamo più consapevoli che la semplicità è un dono e che non è l'opposto della grandezza, ma un suo complementare.
A distanza di un anno, il ricordo della spontaneità di quell'incontro mi colpisce ancora, con nostalgia.
Oltre ad un valore oggettivo, quello di aver colmato alcune lacune nel settore teatrale delle nostre collezioni, il Fondo d'Amico ha un valore aggiunto, che risiede nel sentimento di stima profonda che tutti noi della Biblioteca nutriamo per il donatore.